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Chi è il Nuovo Pontefice e Cosa Significa la Scelta del Suo Nome
L’8 maggio 2025, alle ore 18:07, una colonna di fumo bianco ha annunciato al mondo l’elezione del nuovo Pontefice della Chiesa cattolica. Dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro è risuonato un nome destinato a segnare un’epoca: Leone XIV. Ma chi è davvero questo pontefice venuto dagli Stati Uniti? Qual è la sua storia? E perché ha scelto un nome così evocativo?
In questo articolo ripercorriamo il cammino di Robert Francis Prevost, dalla sua infanzia a Chicago fino all’elezione al soglio di Pietro, con uno sguardo al significato simbolico e spirituale del nome che ha deciso di portare come guida della Chiesa cattolica.
Robert Francis Prevost nasce il 14 settembre 1955 a Chicago, in una famiglia americana profondamente cattolica. Fin da giovane, si distingue per una fede matura e uno spirito di servizio che lo portano, nel 1977, a entrare nell’Ordine di Sant’Agostino, una delle congregazioni religiose più antiche e intellettualmente vivaci della Chiesa.
Dopo gli studi in teologia e diritto canonico, si laurea alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino a Roma. Ma il suo cuore guarda lontano, verso la missione. E così, nei primi anni ’80, parte per il Perù, dove trascorrerà oltre vent’anni, vivendo tra le comunità più povere della diocesi di Chiclayo, lavorando comemissionario, parroco, educatore e animatore vocazionale.
Questa lunga esperienza in America Latina forgia in lui uno stile pastorale semplice, vicino alla gente, orientato all’ascolto e al dialogo.
L’ascesa nella Chiesa: vescovo, prefetto, cardinale
Nel 2014 Papa Francesco lo nomina vescovo di Chiclayo, riconoscendone il lavoro profondo nel campo della giustizia sociale e dell’evangelizzazione. La sua figura emerge anche a livello globale quando, nel 2023, viene chiamato a Roma come prefetto del Dicastero per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. Questo è il segno di una fiducia profonda, ma anche di un crescente consenso tra i cardinali sul suo profilo di guida sobria, dialogante e determinata. Nel Concistoro del settembre 2023 è creato cardinale, entrando a pieno titolo nel Collegio Cardinalizio e nella rosa dei papabili per un futuro Conclave. Nel Conclave del maggio 2025, dopo la morte di Papa Francesco, Prevost emerge già nei primi scrutini come uno dei candidati più forti. Il suo equilibrio tra riforma e tradizione, la sua esperienza globale e il suo stile pastorale conquistano il consenso del collegio cardinalizio. Al quarto scrutinio, viene eletto 266° Pontefice della storia della Chiesa.
Il Nome Scelto: Perché “Leone XIV”?
La scelta del nome Leone XIV non è casuale ( il nome Leone non veniva scelto da oltre 120 anni ). È un richiamo diretto a Leone XIII, pontefice tra il XIX e XX secolo, noto per l’enciclica Rerum Novarum, che aprì la Chiesa al tema della giustizia sociale e del lavoro. Un Papa moderno, ma radicato nella dottrina.
Con questo gesto, Leone XIV vuole indicare un ponte tra il passato e il futuro: un papato che affonda le sue radici nella tradizione, ma che sa guardare al mondo con occhi nuovi. È anche un segnale di forza morale e spirituale: il nome “Leone” evoca coraggio, fermezza e guida, qualità di cui la Chiesa ha bisogno nel mondo contemporaneo.
Nel suo primo discorso, Leone XIV ha parlato di una Chiesa “che non teme il dialogo ma resta fedele alla verità”, e ha chiesto ai fedeli di “pregare perché io sia un pastore, non un principe”.
Un papa americano, ma universale
Leone XIV è il primo Papa statunitense della storia. Una scelta che sottolinea quanto la Chiesa sia oggi globale e sempre più aperta alle periferie culturali e spirituali del mondo.
Ma è anche il primo pontefice agostiniano moderno, portatore di una spiritualità comunitaria, fatta di dialogo e ricerca interiore. Il suo motto episcopale, “Christus nostra pax” (“Cristo è la nostra pace”), sintetizza il cuore del suo messaggio: una Chiesa riconciliata, inclusiva e orientata al Vangelo.
Conclusione: Un Papato di Continuità e Rinnovamento
Leone XIV è un Papa che non divide, ma unisce. Un pastore globale, capace di ascoltare e di agire. La sua storia – fatta di missione, studio, servizio e umiltà – è già un messaggio potente per una Chiesa che vuole camminare insieme al mondo.
Il suo pontificato è appena iniziato, ma le sue prime parole e il suo nome ci ricordano una cosa fondamentale: la Chiesa di domani si costruisce con il cuore del Vangelo e il coraggio del leone.