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Come si Costruisce un Villaggio Olimpico: Milano, Livigno e Cortina a Confronto

Ogni Olimpiade ha un cuore pulsante nascosto dietro le quinte: il villaggio olimpico. Non è solo un luogo dove dormire, ma una città nella città, un microcosmo di lingue, culture, allenamenti e emozioni condivise. Per Milano Cortina 2026, saranno tre i grandi villaggi: Milano, Livigno e Cortina d’Ampezzo. Ognuno con caratteristiche, esigenze e identità profondamente diverse. Ma tutti con lo stesso obiettivo: accogliere gli atleti e fargli sentire il battito olimpico.

Milano: Innovazione e Rigenerazione Urbana

Nel cuore di Porta Romana, uno degli snodi urbani più dinamici della metropoli, sorgerà il villaggio olimpico di Milano, il più grande dei tre. Qui non si costruisce solo per le Olimpiadi, ma per il futuro. Il progetto nasce su un’area ex ferroviaria, in una strategia di rigenerazione urbana che trasformerà un vuoto industriale in un quartiere sostenibile.

Le strutture ospiteranno circa 1.400 atleti e delegazioni, con alloggi modulari, spazi comuni, aree verdi, un centro medico e spazi per l’allenamento. Il concept architettonico è firmato da studi internazionali e prevede l’uso di materiali a basso impatto ambientale, energia rinnovabile e mobilità dolce.

Ma il vero punto di forza è la legacy: dopo i Giochi, gli edifici diventeranno studentati, housing sociale, uffici e servizi per la comunità. Un’eredità tangibile, in pieno stile milanese.

Livigno: Compattezza in Alta Quota

Più piccolo e raccolto, il villaggio olimpico di Livigno ospiterà circa 1.000 persone, in gran parte atleti delle discipline di snowboard e freestyle. Qui il problema non è lo spazio, ma il clima e la logistica. A 1.800 metri d’altitudine, costruire è una sfida tecnica: servono materiali resistenti, impianti perfetti e una progettazione pensata per l’efficienza energetica.

Il progetto è integrato nel paesaggio alpino, con strutture in legno e vetro, basso impatto visivo e soluzioni ecocompatibili. I moduli abitativi sono vicini agli impianti di gara, per facilitare gli spostamenti e ridurre lo stress sugli atleti. Dopo i Giochi, il villaggio diventerà housing turistico e residenziale, con grande attenzione alla stagionalità e alla sostenibilità.

Cortina d’Ampezzo: Eleganza e Tradizione

A Cortina, dove si respira la storia delle Olimpiadi del 1956, il nuovo villaggio olimpico sarà allestito in una struttura temporanea pensata per garantire efficienza logistica e minimo impatto. Non si costruirà ex novo, ma si utilizzeranno soluzioni smontabili e riutilizzabili, in linea con i principi del “no waste” olimpico.

Gli alloggi saranno moderni, confortevoli e a bassa impronta ecologica, costruiti vicino ai siti di gara per lo sci alpino. Dopo l’evento, tutto verrà smontato e ricollocato in altri contesti, per progetti abitativi e sociali, soprattutto in montagna.

Cortina ha scelto la via della sobrietà intelligente, unendo la propria eleganza storica a una visione pratica e sostenibile.

Un Confronto in Tre Atteggiamenti

LocalitàTipo di strutturaCapacità stimataDopo le Olimpiadi
MilanoNuova costruzione urbana1.400 personeStudent housing, spazi pubblici
LivignoStrutture alpine fisse1.000 personeAlloggi turistici/residenziali
CortinaStrutture temporaneeCirca 500 personeSmontaggio e riuso sociale

Villaggi Olimpici: Oltre l’Ospitalità

Questi villaggi non sono semplici dormitori: sono centri nevralgici dell’Olimpiade, dove atleti si incontrano, condividono sogni e valori. Ogni scelta architettonica riflette una filosofia:

  • Milano punta all’innovazione urbana;
  • Livigno alla sostenibilità integrata nel paesaggio;
  • Cortina alla flessibilità intelligente.

Tre villaggi, tre visioni dell’Italia, unite sotto lo stesso tricolore.

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